
3 febbraio 2025 – Anche quest’anno noi scout CNGEI della Sezione di Cava de’ Tirreni organizziamo la Cena della Pace, un’iniziativa giunta alla terza edizione con la quale si chiude un periodo di attività (tra cui anche quella oramai ben nota della Luce della Pace) legate al tema della coesistenza pacifica tra i popoli.
Questa volta, oltre ad impegnarci nell’organizzazione dell’evento, avvertiamo forte il bisogno di esprimere la nostra posizione, soprattutto alla luce dei fatti più e meno recenti.
A più di un anno dall’inizio del devastante assalto di Israele contro la Striscia di Gaza occupata, è stato finalmente firmato il cessate il fuoco. Il bilancio del conflitto conta, ad oggi, oltre 41.000 uccisi, 1.900.000 palestinesi sfollati e, dato non meno trascurabile, diverse tonnellate di odio che si aggiunge all’odio.
E se, da un lato, viene da rifiatare momentaneamente pensando “meglio tardi che mai”, dall’altro non si può fare a meno di sottolineare quanto questa pagina di storia della disumanità sia l’ennesima macchia sul pedigree non proprio immacolato di un occidente che ama proclamarsi bandiera di democrazia e libertà.
Come cittadini e scout, coerenti con i principi e i valori dello scoutismo e della costituzione del nostro Paese, dichiariamo apertamente il nostro dissenso rispetto alle modalità di gestione e narrazione del recente conflitto israelo-palestinese, ultimo atto di un genocidio sistematico che continua da decenni sotto lo sguardo compiacente dei nostri governi, auspichiamo il cessate il fuoco immediato per tutti i conflitti in corso e ribadiamo il nostro impegno costante per la giustizia e il dialogo, per la costruzione di una società globale più equa e solidale, per la promozione della cooperazione tra i popoli e del rispetto dei diritti umani.
La guerra cambia le persone, spegne i sorrisi, uccide le speranze. Le ferite sono lente a rimarginarsi. Dai nostri cieli sicuri e dai nostri comodi salotti difficilmente riusciamo a cogliere appieno le sue devastazioni che conobbero bene i padri costituenti. Ed è per averle sperimentate sulla propria pelle che ci tennero a scrivere in maniera chiara ed inequivocabile che l’Italia “ripudia la guerra come strumento di offesa agli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Che questa frase sia la bussola delle nostre scelte future.